l’intervento
Giovanni Tomasin
«Senz’altro ricorrerò in Cassazione. Io e Piero Camber siamo stati i soli ad essere stati assolti con formula piena dalla Corte dei Conti». L’ormai ex assessore al Turismo del Comune di Trieste Maurizio Bucci, a due giorni dalla sentenza di condanna della Corte d’Appello sulle “spese pazze”, interviene per «difendere il mio nome».
In attesa delle motivazioni della sentenza, Bucci approfitta per chiarire che le imputazioni a suo carico non includono spese “bizzarre”: «Non mi è mai stato imputato l’acquisto di pasticcini o cioccolate a spese della Regione. Ho speso 12,50 euro in stucco e carta vetrata per ridipingere da solo il mio ufficio in Consiglio, laddove la cifra che mi chiedevano dei professionisti per farlo era di mille euro. Forse sarò stato sciocco, ma io penso di aver fatto risparmiare l’ente».
Lo stesso discorso, prosegue l’esponente di Forza Italia, vale per gli autoricambi: «Se è vero che ho chiesto il rimborso per le componenti della mia auto, non si può non tener conto del fatto che io ho rifiutato il rimborso chilometrico della Regione, che può arrivare anche a duemila euro al mese per certi consiglieri. E anche qui, penso di aver fatto risparmiare l’ente». Fatte le dovute specifiche, resta il fatto che Bucci ha scelto da subito di dimettersi: «Era la cosa più opportuna da fare, per il rispetto che ho verso le istituzioni e la giunta di cui ho fatto parte». Ora però il suo posto è oggetto dei desideri di diverse forze politiche. Non solo di Forza Italia, il suo partito, ma anche della Lega in fase di espansione: «Penso che quel posto debba assolutamente andare a un esponente di Forza Italia. Spetterà al sindaco stesso fare la scelta definitiva, in ogni caso». Aggiunge Bucci: «Se il mio successore dovesse essere un tecnico, mi auguro sia qualcuno che conosce bene il settore del turismo e sappia portare avanti il lavoro fatto finora. I risultati che il turismo a Trieste ha registrato in questi anni sono innegabili e mi auguro che si continui a lavorare in questa direzione».
Se Bucci si è dimesso, l’addio a piazza Oberdan invece maturerà nelle prossime settimane per il suo collega di partito e consigliere regionale Camber, condannato a sua volta dalla Corte d’Appello: «Noi due siamo gli unici ad aver avuto l’assoluzione piena della Corte dei Conti. Di solito in questi casi il penale non interviene, ma stavolta è andata così. Vedremo cosa dirà la Cassazione».
Quanto al suo futuro politico, Bucci non esclude un ritorno, ma prima vuole veder conclusa la vicenda giudiziaria: «Al momento il mio futuro politico è l’ultimo pensiero che ho. Prima di tutto dovrà finire la trafila giudiziaria, e spero davvero che finisca bene. Poi vedremo. Certo è che sono legato al sindaco Roberto Dipiazza da un rapporto di stima e amicizia pluridecennale, quindi se esisteranno le condizioni valuteremo. Ma per ora, ribadisco, è l’ultimo dei miei pensieri». Tramonta così la fase “bucciana” della gestione turistica di Trieste: con la sua passione per le navi da crociera, il gusto per gli annunci ad effetto e il celeberrimo concorso per il logo “InTriesteIng”, Bucci si era affermato come uno dei volti più noti della giunta Dipiazza. —
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