Viaggio sul nuovo confine d'Europa tra Croazia e Bosnia Erzegovina


Agenti in pattugliamento con un cane lungo la zona del confine

Il parco di Lonjsko Polje: per secoli, tra inizio Cinquecento e il 1881 (quando venne abolita formalmente), da queste parti passava la Militärgrenze, la frontiera militare che separava l’Impero asburgico da quello ottomano. «Chi viveva in questi territori godeva di maggiore autonomia, di libertà religiosa e riceveva della terra da coltivare. In cambio, doveva battersi per gli Asburgo in caso di guerra e questo fino al compimento dei 60 anni di età», riassume lo storico Alexander Buczynski dell’Istituto croato per la storia. Erano i cosiddetti «graničari» (da granica, frontiera) e vivevano in un’area che andava da Segna sul mare Adriatico fino a Zemun, oggi un sobborgo di Belgrado, per poi risalire verso Novi Sad e l’Ungheria.

Le abitazioni tradizionali dove un tempo vivevano i “graniciari”

Le abitazioni tradizionali dove un tempo vivevano i “graniciari”

La sala controllo nella stazione di Korenica

La sala controllo nella stazione di Korenica

La sala controllo nella stazione di Korenica

Ancora agenti in pattugliamento lungo la zona del confine

Agenti in pattuglia lungo i sentieri scavati da poco per consentire il passaggio delle volanti

Il confine sulla Plješevica
Con l’ingresso della Croazia nell’area Schengen, l’1 gennaio, i circa 1.300 chilometri di confini che separano il Paese dalla Bosnia-Erzegovina, dalla Serbia e dal Montenegro diventeranno il nuovo limes esterno dell’area di libera circolazione. A est, quella frontiera corre lungo il Danubio, la Sava e il fiume Una; ma lungo la frontiera con la Bosnia Erzegovina, che un tempo divideva gli imperi asburgico e ottomano, ci sono solo boschi e montagne. Ora quel tratto è uno snodo fondamentale della Rotta balcanica. Per assicurarne il controllo, il governo croato ha messo in campo persone ed equipaggiamenti: ci sono decine di telecamere termiche nascoste tra gli alberi, un centro di ricezione dati con monitor e mappe, e poi decine e decine di agenti che pattugliano la Plješevica con l’ausilio dei cani. Ecco le foto scattate dal nostro Giovanni Vale, che ha incontrato gli agenti lungo i sentieri scavati da poco per consentire il passaggio delle volanti e l'area disboscata per permettere agli elicotteri di atterrare in caso d’urgenza.
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