Terrorismo di matrice islamica: quattro arresti in Macedonia

Avevano pianificato un attacco ed erano pronti ad agire. È il terzo episodio nell’area, dopo Serbia e Bosnia-Erzegovina

Stefano Giantin
Poliziotti a Skopje
Poliziotti a Skopje

Prima la Serbia, con il tentato assalto all’arma bianca di un serbo convertito al wahabismo contro l’ambasciata israeliana a Belgrado, a fine giugno, con l’aggressore rimasto ucciso nell’azione. Poi la Bosnia-Erzegovina, con l’attacco alla stazione di polizia di Bosanska Krupa da parte di un “baby-terrorista” di soli 15 anni; bilancio: un agente assassinato e un altro ferito gravemente. E ora alla lista si aggiunge anche la Macedonia del Nord. E se tre indizi fanno una prova, il milieu del radicalismo islamico nei Balcani – generalmente un problema assai circoscritto, in una regione dove l’estremismo religioso è sempre stato marginale, a parte il fenomeno dei “foreign fighters” – sembra conoscere nel 2024 un temibile iperattivismo.

Lo confermano le notizie arrivate da Skopje, dove le autorità hanno annunciato di aver arrestato quattro cittadini macedoni, sospettati di essere membri di un’organizzazione terroristica che si ispira all’Isis. E di aver pianificato «un attacco terroristico» nel Paese balcanico.

Erano pronti ad agire e solo grazie al fatto che il gruppo «era sotto sorveglianza da lungo tempo» i loro piani terroristici sono stati sventati, ha spiegato il ministro macedone degli Interni, Panche Toshkovski. Ministro che non ha fornito molti altri dettagli su un caso che ha scioccato il Paese, ma ha suggerito che le autorità di Skopje, prima dell’arresto – in un’inchiesta che ha ricevuto il sostegno di «partner internazionali» – avevano «sospetti credibili» sugli arrestati.

Sarebbero stati infatti collegati ad altri «gruppi contigui a certe organizzazioni estremistiche e religiose» e con la missione di «indottrinare altre persone nei Balcani», per poi spingerle a compiere atti violenti, ha suggerito.

Maggiori informazioni sul caso sono state successivamente date dalla Procura di Skopje, che ha disegnato un quadro ancora più angosciante.

L’organizzazione smantellata dalla polizia macedone aveva infatti «una matrice ideologica legata alla nota Isis e aveva l’intenzione di compiere attentati contro civili, obiettivi deboli e strutture pubbliche».

L’accelerazione nella pericolosità del gruppo, diretto da un 21enne di Gostivar, sarebbe avvenuta quest’anno, con la creazione di un canale Telegram dove il leader della cellula terroristica aveva annunciato l’imminenza di attentati in Macedonia del Nord e «incitato» altri a compierne di simili «in Europa».

Nel frattempo, si faceva proselitismo, diffondendo «materiali di propaganda pro-Isis» nei Balcani e cercando di «reclutare nuovi membri». Ma il gruppo aveva anche l’obiettivo di «acquistare armi» e di divulgare «istruzioni per creare ordigni esplosivi improvvisati, da usare negli attentati».

Arresti, gli ultimi in Macedonia del Nord, che arrivano a quattro anni esatti dall’ultima grande operazione anti-terrorismo islamico nel Paese.

Era il dicembre del 2020, quando la polizia di Skopje arrestò otto uomini, tutti tra i 21 e i 31 anni, sospettati di voler compiere attentati, sequestrando loro anche una ingente quantità di armi. E anche in quel frangente le autorità avevano evocato la «matrice Isis». Più gravi, in passato, erano state le azioni di terroristi wahabiti in Bosnia. Nel 2011, Mevlid Jasarevic, un bosniaco radicalizzato, aprì il fuoco con un kalashnikov contro l’ambasciata americana a Sarajevo. Nel 2015, sempre in Bosnia, un altro ancora più grave fatto terroristico, l’assalto a una stazione di polizia di Zvornik, due i feriti, morti un agente e l’assalitore. Prima dell’ultima catena di episodi. —

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