In Slovenia l’esecutivo di Golob supera la sfiducia bis dopo 14 ore di dibattito
L’opposizione di centrodestra incalza ancora il primo ministro. La replica: «L’Sds vuole rubare al popolo la scelta delle urne»

Una maratona dall’esito scontato, forse pensata non tanto per portare a casa un risultato concreto – la caduta del governo in carica – bensì per muovere un pubblico, lunghissimo e duro atto d’accusa contro esecutivo e premier. E per questo già di per sé azione significativa.
È lo scenario osservato a Lubiana, dove si è conclusa nella notte di giovedì all’Assemblea nazionale, dopo più di quattordici ore di dibattito, una più che accesa discussione su una mozione presentata dal Partito democratico sloveno (Sds), la seconda del genere, che chiedeva che il governo in carica, retto dal premier Robert Golob, concludesse prima della scadenza naturale il suo mandato.
Non si è trattato di una richiesta di sfiducia nel senso proprio del termine, ha spiegato l’agenzia di stampa slovena Sta, dato che l’Sds avrebbe dovuto al contempo proporre un nome per un nuovo premier, ma il concetto di fatto era lo stesso. La mozione, ricordiamo, ha avuto la sua genesi nella rabbia delle opposizioni per le parole di Golob, che aveva neppur troppo velatamente accusato il precedente esecutivo, quello guidato dal leader dell’Sds Janez Janša, di aver colpito nel portafoglio i pensionati con la riforma, approvata nel 2012, che aveva modificato il modo in cui le pensioni vengono calcolate.
Golob si deve scusare pubblicamente, la richiesta dell’Sds, rimasta inascoltata e ragione primaria della maratona parlamentare. «Abbiamo chiesto delle scuse, il premier non ha risposto e ha insistito nel mentire», ha aperto così le danze in Aula il deputato Sds Zvonko Černač, a nome del partito di Janša. Non è finita. A differenza del gabinetto Janša, quello di Golob starebbe legiferando solo per i «privilegiati», un riferimento alle integrazioni pensionistiche per artisti con meriti eccezionali, battaglia di bandiera di Golob, il cui orientamento l’Sds contesta, cercando di cancellarla con un referendum politicamente pesante, in agenda l’11 maggio.
Ma non è stato solo il tema pensioni, a finire sul tavolo. «Avete approvato una riforma dell’assistenza sanitaria» che porterà a una «decomposizione» del sistema di cure, ha rincarato sempre Černač, un riferimento alle nuove norme che pongono stringenti paletti per dividere assistenza sanitaria pubblica da quella privata. E sarebbe un passo «responsabile» chiudere l’esperienza Golob in anticipo e «andare al voto anticipato in autunno», ha affermato, mentre altri deputati di opposizione hanno poi contestato a Golob e ai suoi di aver fallito sul tema riforme.
Accuse «false» e inutile teatrino politico, il sunto della replica di Golob, che ha celebrato i risultati del suo governo, mentre il ministro della Difesa Sajovic ha accusato l’Sds di aver tentato di «rubare al popolo» le scelte fatte alle urne. Tentativo fallito, perché la mozione è stata alla fine bocciata, con 43 no e 30 sì. —
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