A Pago parte il restauro dei magazzini del sale
I lavori riguarderanno nove edifici sotto tutela come monumenti storici. Nei prossimi mesi cominceranno i lavori sui primi tre. Stanziati 3,5 milioni
Un restauro “salato”, ma non perché costosissimo. Riguarderà infatti i famosi magazzini del sale di Pago, cittadina della Dalmazia settentrionale: sono nove edifici storici, sotto tutela della Repubblica di Croazia in quanto monumenti facenti parte del patrimonio industriale isolano e simbolo di una località governata per secoli dalla Serenissima, prima, e poi dall’Impero austroungarico. L’oro bianco, ricavato dalle rinomate e antiche saline di Pago, è stato ed è fonte di lavoro e di guadagno per gli isolani.
Dicevamo dei nove edifici a schiera, che da decenni si trovano in regime di tutela o almeno così indicano i documenti in materia. In realtà, le costruzioni sono in stato di abbandono, pericolanti e – più che un simbolo – spiegano bene quanto sia dannosa l’incuria umana. Addirittura uno dei magazzini ha il tetto venuto giù, segno che da anni non si fa nulla quanto a manutenzione, nonostante si tratti di costruzioni che hanno secoli di storia.
La situazione sta però per cambiare e in meglio. Dopo alcuni tentativi di ristrutturazione andati a vuoto, entro i primi sei mesi del 2025 comincerà il restauro di tre edifici. Si tratterà della prima fase di riparazione e valorizzazione di questi magazzini, uno solo dei quali risulta restaurato in quanto ospita il Museo del sale di Pago.
In totale gli interventi comporteranno la spesa di 3 milioni e mezzo, denaro che arriverà dalle casse comunali. Stando a quanto si apprende, l’opera sarà portata a compimento nello spazio di 36 mesi. Solo allora, i nove magazzini saranno candidati all’inserimento nella Lista del Patrimonio dell’umanità dell’Unesco, obiettivo per nulla facile, ma non impossibile. Ciascun edificio è lungo 41 metri e mezzo, largo 11,3 e alto 5,6 metri e all’epoca in cui erano attivi (da tempo sono inutilizzati) potevano accogliere fino a 22 mila tonnellate di sale marino.
Fino al 1632, la città disponeva di due soli depositi del sale, approntati dalla Repubblica di Venezia e quell’anno ne venne edificato un terzo. Trascorsero poco più di due secoli e nel 1845 l’Impero asburgico ne fece costruire altri sei, seguendo fedelmente l’architettura veneziana. Oggigiorno, a prescindere dalle cattive condizioni in cui si trovano, rappresentano un originale insieme di edifici, qualcosa di unico anche a livello globale.
È stato fatto sapere che il restauro comporta diversi passaggi: sostituzione dei tetti, desalinizzazione delle mura, pavimentazione nuova e installazione del sistema di ventilazione. La stesura della documentazione progettuale è stata affidata all’architetta Morana Vlahović, mentre a dirigere il progetto sarà Josip Babeli. Come già detto, l’estrazione del sale a Pago è un’attività più che millenaria, andata avanti fino ai giorni nostri. Oggi lo stabilimento Solana Pag si estende, con le sue saline e le piscine di argilla per l’evaporazione, su una superficie di circa 2 milioni di metri quadrati. —
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