A Pago parte il restauro dei magazzini del sale

I lavori riguarderanno nove edifici sotto tutela come monumenti storici. Nei prossimi mesi cominceranno i lavori sui primi tre. Stanziati 3,5 milioni

Andrea Marsanich
Una veduta dall’alto dei magazzini del sale di Pago
Una veduta dall’alto dei magazzini del sale di Pago

Un restauro “salato”, ma non perché costosissimo. Riguarderà infatti i famosi magazzini del sale di Pago, cittadina della Dalmazia settentrionale: sono nove edifici storici, sotto tutela della Repubblica di Croazia in quanto monumenti facenti parte del patrimonio industriale isolano e simbolo di una località governata per secoli dalla Serenissima, prima, e poi dall’Impero austroungarico. L’oro bianco, ricavato dalle rinomate e antiche saline di Pago, è stato ed è fonte di lavoro e di guadagno per gli isolani.

Dicevamo dei nove edifici a schiera, che da decenni si trovano in regime di tutela o almeno così indicano i documenti in materia. In realtà, le costruzioni sono in stato di abbandono, pericolanti e – più che un simbolo – spiegano bene quanto sia dannosa l’incuria umana. Addirittura uno dei magazzini ha il tetto venuto giù, segno che da anni non si fa nulla quanto a manutenzione, nonostante si tratti di costruzioni che hanno secoli di storia.

La situazione sta però per cambiare e in meglio. Dopo alcuni tentativi di ristrutturazione andati a vuoto, entro i primi sei mesi del 2025 comincerà il restauro di tre edifici. Si tratterà della prima fase di riparazione e valorizzazione di questi magazzini, uno solo dei quali risulta restaurato in quanto ospita il Museo del sale di Pago.

In totale gli interventi comporteranno la spesa di 3 milioni e mezzo, denaro che arriverà dalle casse comunali. Stando a quanto si apprende, l’opera sarà portata a compimento nello spazio di 36 mesi. Solo allora, i nove magazzini saranno candidati all’inserimento nella Lista del Patrimonio dell’umanità dell’Unesco, obiettivo per nulla facile, ma non impossibile. Ciascun edificio è lungo 41 metri e mezzo, largo 11,3 e alto 5,6 metri e all’epoca in cui erano attivi (da tempo sono inutilizzati) potevano accogliere fino a 22 mila tonnellate di sale marino.

Fino al 1632, la città disponeva di due soli depositi del sale, approntati dalla Repubblica di Venezia e quell’anno ne venne edificato un terzo. Trascorsero poco più di due secoli e nel 1845 l’Impero asburgico ne fece costruire altri sei, seguendo fedelmente l’architettura veneziana. Oggigiorno, a prescindere dalle cattive condizioni in cui si trovano, rappresentano un originale insieme di edifici, qualcosa di unico anche a livello globale.

È stato fatto sapere che il restauro comporta diversi passaggi: sostituzione dei tetti, desalinizzazione delle mura, pavimentazione nuova e installazione del sistema di ventilazione. La stesura della documentazione progettuale è stata affidata all’architetta Morana Vlahović, mentre a dirigere il progetto sarà Josip Babeli. Come già detto, l’estrazione del sale a Pago è un’attività più che millenaria, andata avanti fino ai giorni nostri. Oggi lo stabilimento Solana Pag si estende, con le sue saline e le piscine di argilla per l’evaporazione, su una superficie di circa 2 milioni di metri quadrati. —

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