Minoranze nella Regione di Fiume: salvati i seggi per italiani e serbi
I due gruppi sono finiti sotto il 5% dei residenti, ma manterranno i posti garantiti nell’Assemblea

Salvi i seggi garantiti per le minoranze italiana e serba nell’Assemblea della Regione quarnerino-montana. Tutto resta come prima, o quasi, nel parlamentino con sede a Fiume.
Nell’ultima sessione del mandato – le amministrative in Croazia sono in calendario il 18 maggio – c’è stato il tentativo del centrodestra di cancellare il diritto delle minoranze a essere rappresentate, prerogativa derivante dal concetto di autoctonia di cui godono le due comunità nazionali nello Statuto regionale. Gruppi autoctoni perché presenti da molti secoli nella regione comprendente Quarnero e Gorski kotar.
I consiglieri Leo Pavela e Josip Katalinić, rispettivamente indipendente e rappresentante del partito Most, hanno presentato emendamenti che, se approvati, avrebbero potuto negare il diritto ai seggi garantiti per i serbi e gli italiani, che il censimento 2021 colloca ormai sotto il 5% del numero della popolazione complessiva nella Contea quarnerino-montana.
La soglia del 5% è contemplata proprio dallo Statuto regionale ed è qui che il governatore Zlatko Komadina (Partito socialdemocratico, centrosinistra) ha deciso di metterci una pezza, proponendo di modificare la “costituzione” regionale per permettere a serbi e italiani di continuare a godere dei seggi garantiti.
Sono state due ore di acceso dibattito e alla fine la votazione ha bocciato sia gli emendamenti di Pavela e Katalinić, che il ritocco voluto dal presidente della Regione. In pratica, tutto resta fermo e la palla passerà alla prossima Assemblea, ma a questo punto difficilmente arriveranno cambiamenti.
È stato il consigliere al seggio garantito della Comunità nazionale italiana, Ivo Vidotto, a smantellare le argomentazioni di Pavela e Katalinić, parlando di diritti acquisiti e inviolabili. «Se parliamo di numeri, scelte politiche e altre pseudo ragioni – così Vidotto – dimentichiamo che il diritto alla rappresentanza della minoranza italiana è sancito dal trattato internazionale di quasi 30 anni fa, che obbliga la Croazia a rispettare i diritti acquisiti dalla Comunità nazionale italiana che vive in Istria, Quarnero, Dalmazia e Slavonia, sia i diritti ereditati dalla defunta Jugoslavia, sia quelli ottenuti dalla Croazia sovrana e indipendente. La proposta di Pavela non ha alcun fondamento giuridico, in quanto un trattato internazionale assume un valore che è superiore alle leggi ordinarie».
Al termine del confronto, Katalinić ha ritirato il proprio emendamento, mentre Pavela non l’ha fatto. La proposta di modifica dello Statuto del governatore Komadina non ha ottenuto disco verde, con 16 voti a favore, 3 contrari e 14 astenuti, e nemmeno quella di Pavela, con 21 contrari.
Successivamente è stato il ministero croato della Giustizia a esprimersi in merito alla minoranza serba, riferendo che – in base alle leggi – i suoi rappresentanti avranno diritto a un seggio garantito in sede di Assemblea regionale quarnerino-montana. Per gli italiani non cambia dunque nulla (si continuerà cioè ad avere un posto), mentre per i serbi si va verso un ridimensionamento. Finora avevano diritto a due consiglieri regionali e alla funzione di vice governatore: sarà l’Assemblea del mandato 2025-2029 a decidere se avranno un solo rappresentante a Palazzo regionale a Fiume, oppure se ne avranno due, più l’incarico di vicepresidente regionale. —
Riproduzione riservata © Il Piccolo