Elezioni parlamentari in Kosovo, Kurti verso il bis. Ma c’è l’incognita maggioranza
Vetevendosje, il partito del premier in carica, senza rivali per la vittoria. Resta da capire se centrerà il 50% come nel 2021

Un voto importantissimo, che segnerà il destino del Paese nei prossimi quattro anni. E non così scontato per quanto riguarda il risultato finale, perché il contendente più accreditato per una comunque certa vittoria potrebbe a questo giro non riuscire a ripetere l’exploit del 2021, mancando la maggioranza assoluta. E socchiudendo così la porta addirittura alla salita al potere di altri attori politici, oggi all’opposizione.
Si può riassumere così il complesso scenario che riguarda le elezioni parlamentari in Kosovo, dove domenica 9 febbraio, dalle 7 del mattino alle 19, gli elettori andranno alle urne per scegliere i 120 deputati che siederanno all’Assemblea.
Elezioni che dovrebbero avere un vincitore sicuro: il partito Vetevendosje (Autodeterminazione), “creazione” dell’attuale primo ministro in carica, Albin Kurti, il “Che Guevara kosovaro”, esponente di una sinistra nazionalistica che, quattro anni fa, era riuscita a conquistare addirittura il 50,2% dei consensi, un trionfo senza precedenti.

Ma la sempre più estrema politica di Kurti, che da anni sta tentando di estendere la sovranità del Kosovo al nord a maggioranza serba, con azioni anche provocatorie, potrebbe aver fatto cambiare idea a qualche elettore, oltre che agli Usa, i più stretti alleati di Pristina, con cui i rapporti sono «al minimo» storico, ha confermato Richard Grenell, inviato speciale di Trump per le “missioni speciali”.
Cosa accadrà, in questo giro? Le previsioni sono quantomeno da prendere con le pinze, dato che i sondaggi stanno disegnando un quadro di difficile interpretazione. Alcuni, infatti, danno Vetevendosje a cavallo della maggioranza assoluta o poco al di sotto, un risultato ricalcante quello del 2021. Altri invece, non resi pubblici alla vigilia del voto ma visionati dall’agenzia Reuters, hanno segnalato esiti ben diversi, con Vetevendosje certamente prima alle urne, ma “solo” con il 40% circa dei consensi, –10% rispetto alla precedente tornata elettorale. E, se così sarà, potrebbe essere una vittoria di Pirro, quella del premier Kurti, messo forse nelle condizioni di non poter contare su una maggioranza di seggi sufficiente per governare – scenario che spianerebbe la strada alle attuali maggiori forze di opposizione coalizzate per tentare la scalata al governo.
Al momento, Vetevendosje governa grazie ai suoi 58 deputati, rinforzati da rappresentanti delle minoranze rom, bosgnacca ed egiziana. Ma ci sono anche altre forze in corsa. Sono quelle che sognano il ritorno al potere – come il Partito democratico del Kosovo (Pdk), movimento che ha il suo leader, l’ex presidente Hashim Thaci, al momento fuori dai giochi, sotto processo per crimini di guerra al Tribunale speciale internazionale per i crimini dell’Uck. E quelle che sperano in un miracolo, come la Lega democratica del Kosovo (Ldk), il partito più antico a Pristina, da anni in declino dopo la scomparsa, nel 2006, del suo storico leader, Ibrahim Rugova.
In gara, anche l’Alleanza per il futuro del Kosovo (Aak), espressione dell’ex premier Ramush Haradinaj, un altro ex alto papavero dell’Esercito di Liberazione del Kosovo (Uck), come Thaci. Unica cosa certa, al momento, quei dieci seggi riservati alla minoranza serba, che dovrebbero andare come sempre alla Srpska Lista, espressione degli interessi dei serbi del Kosovo e di Belgrado che ha rinunciato al boicottaggio delle istituzioni kosovare. Mentre nuovi partitini come Srpska Demokratija potrebbero rappresentare una sorpresa.—
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