Casa Luxardo a Zara diventa hotel di lusso, a nuovo anche la facciata

Il gruppo turco Dogus ha investito 55 milioni sul palazzo: si tratterà di una struttura a 5 stelle, apertura prevista in primavera. Via la scritta Maraska

Andrea Marsanich
Uno scatto della facciata recante il nome dell’hotel
Uno scatto della facciata recante il nome dell’hotel

Palazzo del Barcagno a Zara: come cambia la storia. Quella che fu la Casa Luxardo, appartenente alla gloriosa famiglia zaratina, proprietaria dell’altrettanto celebre distilleria, sta per diventare un albergo a cinque stelle, il primo nella città del liquore maraschino (anche qui l’impronta dei Luxardo) a poter vantare una categoria così alta.

Nei giorni scorsi è stata tolta l’impalcatura che cingeva lo storico edificio, fatto costruire nel 1913 da Michelangelo Luxardo e il suo aspetto – con la nuova scritta sopra la facciata principale – sta spaccando in due l’opinione pubblica zaratina. Hyatt Regency, questo il nome del nuovo hotel, dovrebbe entrare in funzione la prossima primavera, ma è proprio questa insegna che divide gli abitanti della località dalmata.

Se da una parte ci sono coloro dell’opinione che la nuova struttura darà impulso al turismo locale, aprendo posti di lavoro («Senza il capitale straniero, l’edificio abbandonato da anni sarebbe andato incontro a ulteriore degrado», si sente dire), dall’altra c’è chi obietta che i croati hanno venduto tutto, o quasi, agli investitori stranieri. «Lentamente ma inesorabilmente, stiamo restando senza la nostra storia e senza identità. Prima c’era scritto Maraska e adesso Hyatt Regency. Ormai siamo diventati stranieri nelle nostre città».

Nonostante il dibattito aperto in città, il gruppo turco Dogus ha acquistato l’ex Palazzo del Barcagno per trasformarlo in un albergo di lusso, con un investimento da 55 milioni di euro. Ha affidato la maestosa struttura alla rinomata catena alberghiera statunitense Hyatt, che offrirà quanto segue: 133 stanze di lusso e 23 eleganti appartamenti, spa, centro benessere, diversi ristoranti e bar e sala conferenze. Nell’ambito del progetto turco, è contemplata la costruzione di 115 appartamenti.

L’hotel zaratino, è quanto diffuso da Dogus, darà lavoro a circa 150 persone. «La nostra speranza è di poter collaborare con la comunità locale, in primo luogo con agricoltori, pescatori e allevatori, allo scopo di offrire alla clientela prodotti autentici, genuini e a chilometri zero. Inoltre vogliamo diventare una destinazione 12 mesi l’anno e non solo per i vacanzieri muniti di passaporto d’oltreconfine. In questo senso, vogliamo rendere noto che il nostro impianto dispone di sala conferenze di 700 metri quadrati, per appuntamenti d’affari ed eventi sociali di vario tipo».

Franco Luxardo, appartenente alla quinta generazione familiare, non si fa pregare nel commentare la trasformazione dell’edificio in hotel. Dalle sue parole traspare una struggente malinconia per la Zara che fu. «Seguo da vicino l’evoluzione della Casa Luxardo in cui sono nato 88 anni fa. Nel 2022, ho avuto anche l’occasione di visitare i lavori in corso, grazie alla cortesia dell’architetto turco Atakan Türkoĝlu. Dalle foto ricevute in questi giorni, credo che abbiano fatto finora un ottimo lavoro di recupero dello stile della facciata, voluta da mio nonno Michelangelo nel 1913-14. Mi fa particolarmente piacere che dal frontone sia stato tolto il Maraska, sia perché non aveva nulla a che fare con il progetto originario, sia in quanto quell’azienda aveva abbandonato l’edificio, facendolo decadere. Ho individuato nelle foto la finestra della nostra camera, di mio fratello Paolo e mia. Chissà che tra qualche mese non possa, in visita a Zara, passarvi qualche giorno».—

 

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