Milan ancora secondo, ma questa volta non è felice
Il friulano a Napoli battuto da Kooij: “Sono stufo di un altro piazzamento”. Maglia ciclamino rafforzata. E Pogacar stavolta fa il gregario. Lunedì riposo
NAPOLI. Beffato dall’olandese Olav Kooj (Visma), 22 anni, un anno meno di lui, con cui a occhio duellerà per diverse stagioni. Beffato e arrabbiato. Così era Jonathan Milan dopo l’arrivo di Napoli. Secondo, esattamente come un anno fa. Stesso rettilineo d’arrivo, stessa location (meravigliosa) stesso finale di tappa, diverso status per lui.
Dodici mesi fa rivelazione, oggi certezza dell’Italbici.
Un anno fa furono ripresi a duecento metri dal traguardo il friulano Alessandro De Marchi e l’australiano Simon Clarke, ieri è toccato all’ecuadoriano Jhonathan Narvaez (Ineos), il vincitore della prima tappa a Torino e l’unica maglia rosa del Giro diversa dal marziano, che era partito forte sullo strappo di Posilipo a 5 km dall’arrivo.
È proprio quell’attacco in contropiede che, forse, ha rovinato i piani della maglia ciclamino, la cui Lidl Trek è stata costretta ad accelerare l’inseguimento.
Perdere succede, figurarsi da uno dei velocisti emergenti del lotto, esattamente come lui.
Ma perdere fa girare le scatole. Più talento hai, e più ti girano le scatole. E così la faccia dell’olimpionico di Tokyo dopo l’arrivo diceva tutto. «Avrei voluto vincere – ci ha detto – la mia squadra ha fatto un gran lavoro, avrei voluto concretizzarlo. Ma è arrivato un altro secondo posto. Comincio ad essere stufo di arrivare secondo». Delusissimo.
C’erano ad attenderlo mamma Elena, cui ha donato i fiori del podio della magia ciclamino, e i nonni materni.
Avrebbe voluto vincere soprattutto per loro. Sarà per un’altra volta. Intanto ha puntellato la classifica a punti. «Anche se il mio obiettivo al Giro è quello di vincere quante più tappe possible – chiarisce – così la maglia ciclamino che sarebbe una diretta conseguenza». Poi agiunge: «Ora però sono stanco e il giorno di riposo arriva a puntino».
Stanco perchè anche ieri i corridori sono andati a tutta. Con il finale carico d’insidie e anche una sorpresona.
Partenza da Avezzano, 214 km. Il duo Polti-Kometa, Mirco Maestri e il bellunese Ancrea Pietrobon, ancora lui, se ne vanno. Avrebbero gradito rinforzi da altre squadre: niente.
A 30 km dal’arrivo c’è il “dente” che potrebbe impedire la volata. Monte di Procida (nulla a che far con l’isola). Julian Alaphilippe con un manipolo di fuggitivi si accoda ai due. Ma il banco rischia davvero di farlo saltare Narvaez. Per andarlo a prendere il gruppo si deve impegnare. Milan deve spremere i suoi pretoriani e arriva, incredibile, anche Tadej Pogacar (Uae) la maglia rosa che, infischiandosene dei rischi, con un paio di trenate ad oltre 60 all’ora aiuta a colmare il buci e a lancia la volata a Juan Molano, lo sprinter del team. Se cercate una definizione di fuoriclasse eccola.
«Forse la volata è stata lanciata a verlocità troppo bassa», ipotizza il ct dell’Italbici, Daniele Bennati – e Kooij è stato bravo a prendere la ruota di Milan, e a ruota di uno come Jonathan si sta bene». Jonny parte, deve partire, passa Narvaez a 15 metri dall’arrivo, ma viene infilzato da Kooj, già vincitore alla Parigi-Nizza, proprio mentre il friulano trionfava alla Tirreno. Terzo Molano, che ringrazia il suo capitano, quarto il padovano Alberto Dainese (Tudor), che prende la mira il “solito” scalpo pesante al Giro, roba che gli è riuscita negli ultimi due anni.
«Che duelli tra me e Jonathan nelle prossime stagioni», ha detto l’olandese ebbro di gioia, che fa sorridere un team piegato dalla sfortuna, vedi cadute di Wout Van Aert e Jonas Vingegaard. E non solo. Lunedì giorno di riposo. Il panorama del Golfo di Napoli farà tornare il sorriso alla maglia ciclamino, Vedrete. —
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