Così le Generali combattono il gender pay gap. «La parità di genere obiettivo strategico»
Le Generali sono entrate quest’anno nella top 30 di Forbes delle migliori aziende per le donne: con 82 mila dipendenti, il gruppo triestino si è piazzato 22esimo. Al secondo posto, il gigante dei cosmetici Estee Lauder, primo del comparto beauty, mentre H&M, settima, guida il settore della moda. Per creare la lista, Forbes ha interpellato circa 70 mila donne alle dipendenze di multinazionali in 37 Paesi. Generali è uno dei maggiori player globali del settore assicurativo e dell’asset management.
È presente in oltre 50 Paesi con 82 mila dipendenti nel mondo: «Essere un datore di lavoro responsabile -si sottolinea a Trieste- significa valorizzare una cultura sostenibile e meritocratica, implementare un ambiente di lavoro dove ogni persona possa portare il meglio di sé, che favorisca le diversità, l’equità e l’inclusione, investire continuamente sull’aggiornamento delle competenze e su un’organizzazione efficace che abbraccia modelli di lavoro ibridi e sostenibili». Con il lancio del piano strategico di gruppo, nel 2021 è stata sviluppata la Generali People Strategy, GPeople24 - Ready for the Next, che guida le priorità chiave e le iniziative per il periodo 2022-2024. Nel 2022 sono stati investiti in formazione 60 milioni di euro.
Alle Generali rispetto al 2021, il risultato di equal pay gap (si tratta del divario retributivo tra uomini e donne con la stessa mansione o con mansioni di pari valore, ndr) si è ridotto dello 0,2%. Tutti i paesi e le business unit «continueranno a sviluppare azioni specifiche a livello locale, con l'obiettivo di ridurre strutturalmente il gender pay gap», si sottolinea a Trieste. Fra le top manager in prima linea a livello di gruppo ricordiamo Isabelle Corner Chief marketing officer; Lucia Silva, Group Chief Soustinability Officer. In Generali Italia c’è Giulia Raffo, Country Chief Financial Officer.
Monica Possa è la responsabile del personale del gruppo a livello mondiale (72 mila nel mondo e 17 mila in Italia): «Le aziende hanno il dovere di agire per la parità di genere. È una questione realmente legata al business, e questo è il momento giusto per affrontarla come tale, con indicatori di performance, definizione di obiettivi e misurazione dei risultati», ha commentato più volte. Generali ha sostenuto anche il Women’s Forum for the Economy and Society, la principale piattaforma internazionale che promuove la voce e la visione delle donne. In passato ha avuto come ospiti, tra gli altri, Christine Lagarde, Ursula von der Leyen, Melinda Gates, Emmanuel Macron, Antonio Guterres, Kristalina Georgieva e grandi capi d’industria internazionali.
La controllata Generali Italia è la prima compagnia di assicurazioni in Italia ad avere conseguito la certificazione di parità di genere, che ne riconosce l’impegno concreto nel creare un ambiente di lavoro inclusivo e rispettoso della parità in tutti i processi aziendali. Il riconoscimento, rilasciato da Rina, multinazionale di certificazione attiva in più di 70 paesi, premia un lavoro pluriennale intrapreso da Generali sulla inclusione delle donne in azienda, equità remunerativa per genere, tutela della genitorialità e conciliazione vita-lavoro.
Generali Italia fa sapere di avere adottato già da tempo misure molto innovative sul fronte della conciliazione vita-lavoro e della valorizzazione della genitorialità per le proprie lavoratrici e per i propri lavoratori. La compagnia è inoltre al lavoro sull’empowerment femminile e sulla riduzione del gender gap con l’impegno di avere il 40% di donne in posizione strategica e di azzerare il gender pay gap alla fine del piano industriale 2024: «Stiamo adottando un vero e proprio sistema aziendale di gestione per la parità di genere - sottolinea in un post su Linkedin Gianluca Perin, Country General Manager. In questi anni abbiamo preso alcuni impegni molto concreti con le nostre persone, ad esempio quelli di avere il 40% delle donne in posizioni strategiche e di azzerare il gender pay gap entro la fine del Piano Strategico. Un processo basato sulla cultura della misurazione costante dei risultati raggiunti nell’ottica di un miglioramento continuo, con l’obiettivo di costruire per tutti i nostri dipendenti un ambiente che garantisca rispetto, equità ed inclusione. È responsabilità delle imprese, e del sistema produttivo in generale, favorire un cambiamento culturale attraverso azioni virtuose e un impegno diretto verso la piena uguaglianza di genere sul lavoro».
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