«Sfornavamo fino a 900 caramelle al minuto»

La testimonianza dell’ex dipendente Giuliano Colussi sul periodo d’oro del settore nell’Isontino

«Nei momenti di massima produttività facevamo anche 900 caramelle al minuto. Davvero bei tempi quelli». Giuliano Colussi oggi fa il pensionato, ma si entusiasma quando ripensa ai tempi in cui lavorava come dipendente delle principali industrie dolciarie dell'Isontino. Erano gli anni d'oro, quelli in cui la zona franca garantiva costi dello zucchero infinitamente minori rispetto alle altre parti d'Italia garantendo così una competitività che, unità alla qualità dei prodotti da esse confezionati, permetteva alle aziende goriziane di essere davvero al top sul mercato. «La cancellazione della zona franca è sicuramente uno dei principali motivi delle difficoltà vissute negli ultimi anni - conferma Colussi - all'epoca infatti la possibilità di praticare prezzi inferiori proprio a causa del limitato costo dello zucchero aiutava molto sul mercato le imprese dolciarie : la qualità era molto alta e quindi anche la produzione aveva numeri enormi. Le industrie dolciarie poi puntavano molto anche sull'estetica: per conquistare i bambini si creavano confezioni dai colori accattivanti, perché oltre che il gusto della caramella anche il suo incarto era importante. E poi si faceva la differenza con gli aromi».

Poi sono arrivati gli anni più duri: «La crisi degli ultimi tempi non ha certo aiutato le aziende che erano maggiormente in difficoltà. Ma ricordo con affetto gli anni passati in realtà come la Giulia, la Dolce Italia, la Sweet: io mi occupavo di manutenzione, macchine e caldaie e prima di entrare nel regime produttivo ti facevano intraprendere un lungo percorso di addestramento di modo che poi, una volta pronto, potevi entrare nel circuito lavorativo mantenendo alta la qualità professionale all'interno dell'azienda. C'è poco da dire, a Gorizia si è fatta la storia dell'industria dolciaria non solo nazionale, si esportava anche all'estero». Un'altra lavoratrice che ha avuto esperienze nel settore è la sorella dell'assessore Bellan, Lara: «Ho lavorato per diversi anni come impiegata alla Sweet e nei momenti di principale fulgore toccavamo anche i 70 dipendenti fissi, cifra che raddoppiava con gli stagionali nei periodi di maggior produzione. E' stato un peccato che Gorizia abbia perso aziende di questo spessore, senza dimenticare le difficoltà che hanno vissuto i dipendenti che hanno perso il lavoro quando le cose sono andate male».

Matteo Femia

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