Il caso Liliana Resinovich, dal giorno della scomparsa a oggi: tutto quello che sappiamo sul giallo di Trieste

Il 14 dicembre 2021 Liliana Resinovich esce di casa a Trieste senza fare ritorno. Il suo corpo viene ritrovato il 5 gennaio 2022 nel parco dell’ex Opp. Da lì inizia un giallo che ha appassionato l’Italia intera: come è morta Liliana? Ripercorriamo qui, tappa dopo tappa, tutto il caso Resinovich fino a oggi

Elisa Lenarduzzi Laura Tonero
Una foto di Liliana Resinovich
Una foto di Liliana Resinovich

TRIESTE Sono passati quasi tre anni da quel 14 dicembre 2021 quando Liliana Resinovich, pensionata triestina di 63 anni, è uscita da casa, una mattina come tante, senza fare mai più ritorno. Dopo settimane di ricerche il suo corpo viene ritrovato il 5 gennaio 2022 nel parco dell’ex Ospedale psichiatrico di Trieste, avvolto in due sacchi neri. Quello stesso corpo è stato riesumato, due anni dopo la sepoltura, per cercare di mettere una volta per tutte la parola fine a un giallo che ha appassionato l’Italia intera: come è morta LIliana? È stato davvero un suicidio, come hanno ipotizzato in un primo momento gli investigatori chiedendo l’archiviazione (poi respinta) del caso? Oppure qualcuno le ha fatto del male?

Ripercorriamo qui, tappa dopo tappa, il caso Resinovich: dal giorno della scomparsa fino alla riesumazione dl cadavere.

 

 

 

Liliana Resinovich, 63enne ex dipendente regionale in pensione, esce dal suo appartamento al civico 2 di via Verrocchio, una piccola trasversale a fondo cieco di via Damiano Chiesa, a Trieste il 14 dicembre 2021, intorno alle 8.30. Non vi farà più ritorno.

A casa lascia la borsetta, il portafogli, i documenti di identità, due cellulari e la fede nuziale.

 

 

Le videocamere della Scuola allievi agenti di Polizia testimoniano il suo passaggio in via Damiano Chiesa. Le immagini catturano la sua immagine mentre cammina spedita, e poi mentre getta le immondizie nell’isola per la differenziata all’incrocio con Strada di Guardiella. Alcuni istanti dopo, una videocamera posta frontalmente su un autobus la riprende mentre attraversa piazzale Gioberti. Anche una fruttivendola di via San Cilino testimonia di averla vista.

 

L’ultimo avvistamento
«Liliana è passata a piedi davanti al mio negozio il giorno della sparizione»

 

 

Nei dispositivi di sicurezza installati all’interno dei mezzi della Trieste Trasporti invece non c’è traccia della 63enne, prova che la donna non si è spostata da quella zona a bordo di un autobus. Le stesse verifiche verranno fatte anche nei giorni successivi, sulle immagini registrate da tutte le linee della Trieste Trasporti, sempre con esito negativo.

 

 

il giallo irrisolto
A piedi per 9 minuti: le ultime immagini di Liliana Resinovich ancora in vita
Liliana Resinovich e uno dei frame delle telecamere

 

Il fratello Sergio alle 9.20 le invia un messaggio, che non verrà mai letto.

Il marito presenta denuncia di scomparsa la sera stessa, intorno alle 22. Gli inquirenti nelle prime ore pensano ad un allontanamento volontario. Il 21 dicembre 2021 il sostituto procuratore Maddalena Chergia apre un fascicolo per sequestro di persona, a carico di ignoti.

 

 

il caso
Il mistero della donna scomparsa a Trieste: nessuna traccia dopo due settimane e la Procura apre un’indagine
Liliana Resinovich, la donna scomparsa, con il marito Sebastiano Visintin.

 

Le indagini vengono affidate alla Squadra Mobile. La Prefettura avvia un piano di ricerche interforze, diramando nome e foto alle forze dell’ordine del Paese. Del caso si occupa anche la trasmissione “Chi l’ha visto”, contattata dal fratello.

Per settimane, però, Liliana sembra sparita nel nulla.

 

Il marito: le versioni su quella mattinata

 

Il marito di Liliana Sebastiano Visintin (Bruni)
Il marito di Liliana Sebastiano Visintin (Bruni)

 

ll marito di Liliana è il goriziano Sebastiano Visintin, 72 anni, ex fotoreporter che nel ricostruire quanto accaduto la mattina del 14 dicembre, riferisce di essere uscito di casa intorno alle 8. In prima battuta racconterà di essere andato a fare un giro in bicicletta per testare una telecamera GoPro. Successivamente, fornendo dettagliati orari, dirà invece di aver consegnato a pescherie e supermercati alcuni coltelli che affila in nero, di essere andato nel suo laboratorio di via Donadoni per eseguire alcuni lavori e di aver fatto il giro in bici solo all’ora di pranzo.

 

 

«Non ho fatto del male a mia moglie Lilly. È sparita forse perché frequentava un altro»

 

L’amico Claudio Sterpin

 

Claudio Sterpin e Liliana Resinovich
Claudio Sterpin e Liliana Resinovich

 

Il giorno dopo la scomparsa di Liliana si presenta spontaneamente in Questura Claudio Sterpin, 82 anni. «Lilly quella mattina doveva venire a casa mia, mi ha chiamato alle 8.22 per avvisarmi di un lieve ritardo, ma non si è mai presentata», racconta l’uomo, che aveva già avuto una relazione con la donna 40 anni prima. Sterpin testimonia di un rapporto tra loro due, e della volontà di Liliana di lasciare il marito per passare un fine settimana con lui a cavallo tra il 18 e il 19 dicembre.

 

 

il caso
L’amico di Liliana, scomparsa da tre settimane: «Avevamo deciso di trascorrere un weekend insieme»

 

Le ricerche di Liliana, coordinate dalla Prefettura, in prima battuta si concentrano nell’area boschiva di quasi 4 ettari che sovrasta la zona di San Giovanni. Le squadre del Soccorso alpino e dei Vigili del fuoco passano al setaccio la zona tra via Capofonte e via Valerio. I soccorritori si spingono anche verso la cava Facanoni, ma della donna non c’è traccia.

Il 5 gennaio 2022 le ricerche si spostano nel parco dell’ex Ospedale psichiatrico, dove tra le sterpaglie, poco dopo le 16, viene rinvenuto il corpo di Liliana.

 

Donna trovata morta a Trieste, il marito coi manifestanti che ricordano Liliana: «Spero ancora che non sia lei»
Visintin al corteo (Foto Bruni)

 

La donna, rannicchiata a terra in posizione fetale sul lato sinistro, è infilata in due sacchi neri, uno infilato dalle gambe e l’altro dal busto, a scoprire la parte lombare e il fondo schiena. Indossa jeans scuri, un giubbotto grigio e scarponcini neri. Gli abiti sono bagnati, ma in ordine, puliti, la borsa è sistemata a tracolla.

 

Ex Opp di Trieste, i pompieri sul luogo del ritrovamento del cadavere

 

La testa della donna è infilata in due sottili sacchetti di nylon, gli stessi che si usano al supermercato per la frutta e la verdura. Sono chiusi – ma non stretti – all’altezza del collo da un cordino legato con un nodo “piano”, così viene chiamato dagli esperti.

 

le indagini
Trovata morta a Trieste, il dettaglio dei due sacchi neri: il cadavere era infilato dentro. Si rafforza l’ipotesi omicidio
Un'immagine di Liliana Resinovich tratta da Facebook

 

 

All'interno della borsa, ci sono solo una mascherina chirurgica e un paio di chiavi. Sono quelle che in casa lei e il marito usavano come mazzo di riserva, mentre le chiavi che Liliana portava sempre con se non sono mai state ritrovate. Accanto al cadavere vengono trovati una bottiglietta di plastica con un po’ d’acqua e un guanto di tessuto elastico nero.

 

Fiori e Messaggi per Liliana Resinovich nel punto in cui è stato trovato il corpo (Lasorte)
Fiori e Messaggi per Liliana Resinovich nel punto in cui è stato trovato il corpo (Lasorte)

 

I funerali tra divisioni e accuse

Il 25 gennaio 2022 si tengono i funerali di Liliana. Nel frattempo tra Sebastiano Visintin e la famiglia Resinovich si crea una frattura: anche al funerale, al quale l’uomo si presenta accompagnato dal figlio Piergiorgio, avuto da un rapporto precedente, la distanza tra il marito di Lilly e gli altri parenti è palese.

 

La tomba di Liliana Resinovich
La tomba di Liliana Resinovich

 

 

Il fratello della donna, Sergio, ritiene la Procura debba approfondire la posizione non solo di Sebastiano Visintin, ma anche del figlio, sostenendo fossero interessati al denaro di Liliana. Claudio Sterpin avalla questo aspetto. I Visintin smentiscono che Piergiorgio abbia preteso aiuti da Liliana.

 

 

i funerali privati
Giallo di Trieste, l’ultimo saluto a Liliana Resinovich. Sulla bara il suo cappello preferito, una maglietta, foto e sassi decorati. Cartelli e fiori anche a San Giovanni

 

 

Dopo il ritrovamento del corpo le indagini continuano in tutte le direzioni. Non ci sono indagati, il fascicolo resta aperto il reato di sequestro di persona, ma non viene esclusa neppure la pista del suicidio. Con gli elementi disponibili, infatti, non è possibile stabilire se Liliana si sia tolta la vita o se sia stata uccisa.

 

 

 

Le ricerche sul telefono

L’analisi sui suoi telefoni cellulari evidenzia come negli ultimi mesi la donna abbia digitato in particolare due frasi: “Come divorziare senza avvocato” e “Quanto tempo serve per ottenere un divorzio”. Non solo. Su Google avrebbe digitato anche: “Appartamento a Trieste, di piccole dimensioni, tra i 40 e i 60 metri quadrati”. È poi emerso che le telefonate tra lei e il marito, Sebastiano Visintin, negli ultimi mesi sarebbero state 500, mentre quelle tra Liliana e l’amico Claudio Sterpin ‒ l’ultima persona che la donna ha sentito al telefono prima di uscire di casa ‒ oltre 1.100.

 

giallo di Trieste
Le ricerche, il pc, gli abiti e le tre settimane di buio: tutti i dubbi sulla morte di Liliana punto per punto

 

 

L’orologio al polso e la fede sfilata

Quando viene ritrovata cadavere, Liliana indossa un piccolo orologio analogico in plastica rosa fermo alle 9.17, ma non porta la fede. L’anello nuziale verrà trovato giorni dopo dal marito in un cassetto, sistemato assieme alla fede della madre in una bustina. Lilly non se ne separava mai e se lo faceva magari per andare al mare, la appoggiava semplicemente sul comodino, senza riporla così meticolosamente. Dove va cercato il significato di quel gesto? Perché aveva deciso di togliersela? Un elemento, quello dell’assenza della fede, segnalato anche nella relazione dei consulenti della Procura.

 

giallo di trieste
I segni sul volto, l’orologio e le mani: le altre domande sulla morte di Liliana Resinovich
Una foto tratta dal profilo Facebook di Liliana Resinovich, 63 anni, scomparsa dalla sua abitazione a Trieste lo scorso 14 dicembre, 5 Gennaio 2022. FACEBOOK +++ATTENZIONE LA FOTO NON PUO' ESSERE PUBBLICATA O RIPRODOTTA SENZA L'AUTORIZZAZIONE DELLA FONTE DI ORIGINE CUI SI RINVIA+++

 

Ad agosto 2022 vengono resi noti gli esiti dell’autopsia, condotta dal medico legale Fulvio Costantinides e dal radiologo Fabio Cavalli: Liliana Resinovich è morta per soffocamento. E si è soffocata da sola. Così scrive ufficialmente la consulenza medico legale sulla morte della donna. Soffocata con i due sacchetti di nylon avvolti in testa: la sessantaquattrenne triestina avrebbe inalato la propria anidride carbonica assopendosi fino a spegnersi.

Dall’analisi viene indicata l’assenza «di chiare evidenze oggettive omicidiarie portate da terzi» e di «alcunché che concretamente supporti l’intervento per mano altrui». Dunque, suicidio.

 

 

il giallo di trieste
Caso Resinovich, i consulenti della Procura: “Liliana si è suicidata soffocandosi”

 

La relazione finale

La relazione finale che ripercorre gli esiti dell’autopsia, della Tac e del test tossicologico sul cadavere della donna, relazione svelata alla stampa a dicembre 2022, fissa il decesso a 48-60 ore circa prima del rinvenimento del corpo. D’altronde l’autopsia non ha rilevato gas e processi putrefattivi «ragionevolmente attendibili dopo tre settimane di permanenza del cadavere all’aperto». Ma questo, come annotano proprio Costantinides e Cavalli, è in contrasto con altri elementi che collocherebbero invece il decesso alla data della scomparsa, la mattina del 14 dicembre: il contenuto gastrico (i resti di una colazione), la pelle depilata e gli abiti della salma che corrispondevano a quelli indossati il giorno in cui Lilly era sparita.

 

il giallo
La verità dei periti sul giallo di Trieste: «Così è morta Liliana Resinovich»
Liliana Resinovich

 

La relazione parla anche di una tumefazione alla palpebra, un’emorragia in testa, sangue alla lingua e alla narice. Tracce lievi, ma che inevitabilmente sollevano interrogativi. Cosa è successo a Liliana Resinovich prima di morire? È stata aggredita? C’è stato un litigio? O si è fatta male da sola, magari cadendo accidentalmente come ipotizzano i consulenti della Procura? Più dubbi che risposte.

 

il documento in procura
Caso Resinovich, tumefazioni e sangue sul volto: «Ma non sono segni di violenza»

 

La consulenza tossicologica

La consulenza tossicologica che la Procura ha affidato al chimico tossicologo Riccardo Addobbati, ha escluso che Liliana abbia assunto «sostanze xenobiotiche, droghe e farmaci, che possano aver cagionato il decesso del soggetto né concentrazioni che possano aver concorso ad uno stato psicofisico alterato incosciente». Nessuna traccia di alcol etilico, nessuna intossicazione da salicilati, non è emersa la presenza di Losartan e di Amiodarone, farmaci nella disponibilità della donna perché assunti dal marito. Addobbati ha allargato la ricerca ad altre mille sostanza, senza trovarne traccia.

 

l’inchiesta
Né farmaci né droga nel corpo di Liliana: il giallo di Trieste resta ancora avvolto nel mistero
Liliana Resinovich, trovata senza vita lo scorso 5 gennaio

 

Le rilevazioni hanno evidenziato la presenza di sostanze che la 63enne aveva assunto durante l’ultimo un pasto: caffeina e teobromina e uvette. Elementi compatibili con la colazione che Liliana aveva l’abitudine di consumare ogni mattina. Gli esami hanno rilevato tracce di un multivitaminico, di un’aspirina e una tachipirina. In conclusione, il decesso non è stato causato da farmaci, droghe o altre sostanze assunte.

 

Analisi sui sacchi e sul cordino

Sui sacchi neri in cui era infilato il corpo di Liliana Resinovich non ci sono impronte digitali della donna. Tracce del suo Dna sì ovviamente, ma non impronte delle sue dita. Le analisi su quei reperti sotto le luci forensi non hanno evidenziato quindi quelli che in termine tecnico vengono definiti «frammenti di impronte papillari». La Polizia scientifica ha rilevato invece su uno dei sacchi un segno lasciato dalla trama di un guanto in tessuto. Come ha fatto dunque la donna, nell’ipotesi del suicidio, a sistemarsi in quei sacchi neri dopo essersi infilata i sacchetti sul capo senza lasciare un’impronta?

 

Questa, ad oggi, resto uno dei quesiti senza riposta, Sul cordino che teneva legati si sacchetti sulla testa, gli accertamenti hanno rilevato una debole traccia genetica, non completa, di Dna con cromosoma “y” e dunque maschile. Quella traccia è stata comparata, con esito negativo, con il Dna del marito, dell’amico Claudio Sterpin e il vicino di casa Salvatore Nasti.

 

Scarpe e vestiti

Né sui vestiti né sul corpo della 63enne erano visibili tracce di trascinamento che potrebbero lasciare presupporre che la donna sia stata portata di peso in quel luogo. Dalla consulenza botanica emerge inoltre che i residui vegetali rinvenuti sulle suole delle scarpe della donna sarebbero compatibili con quelli propri dell’area dell’ex ospedale psichiatrico. Tutti elementi che rafforzano la tesi che la donna sia arrivata in quel punto del parco di San Giovanni in autonomia.

 

Giallo di Trieste: Liliana e quel terriccio sotto le scarpe. Nuovi esami su bottiglietta e telefoni
Liliana Resinovich in mezzo ai fiori in una foto scattata dal marito Sebastiano Visintin. PaoloManzi.com

 

Alla luce di quanto emerso dalle perizie, la Procura di Trieste arriva a una conclusione: Liliana Resinovich si è tolta la vita, si tratta quindi di un suicidio. Lo scrive un comunicato stampa ufficiale firmato dal procuratore Antonio De Nicolo il 20 febbraio 2023, poco più di un anno dopo il ritrovamento del corpo. Il pm Maddalena Chergia chiede quindi al gip l’archiviazione del fascicolo di indagine.

 

Il giallo
«Lilly non è stata uccisa»: la Procura di Trieste chiede al gip l’archiviazione del caso

 

 

«L’attività investigativa si è protratta per oltre un anno – si legge nella nota – ed è stata condotta senza risparmio di energie da parte della Squadra Mobile della Questura di Trieste, costantemente guidata e coordinata dal pm. All’esito di tale attività, la sola ricostruzione degli eventi consegnata dagli atti processuali è quella dell’intenzionale allontanamento di Resinovich dalla sua abitazione e dell’altrettanto intenzionale decisione di porre fine alla propria vita».

Le conclusioni alle quali sono giunti gli inquirenti non soddisfano i familiari della donna ‒ parte lesa nel procedimento ‒ che attraverso i loro legali chiedono ulteriori accertamenti investigativi, opponendosi all’archiviazione chiesta dalla Procura.

 

Il presidio dei parenti e amici di Liliana Resinovich davanti al tribunale (Silvano)
Il presidio dei parenti e amici di Liliana Resinovich davanti al tribunale (Silvano)

 

La svolta arriva il 23 febbraio 2023: il gip del Tribunale di Trieste Luigi Dainotti non accoglie la richiesta di archiviazione e riapre il caso sulla misteriosa morte di Liliana Resinovich, riqualificando l’ipotesi di reato: non più sequestro di persona, bensì omicidio. Non ci sono indagati.

 

 

il giallo
Caso Resinovich, il gip alla Procura: «Indagate sull’ipotesi del cadavere congelato»

 

Il gip indica nella sua ordinanza ben 25 elementi da approfondire nell’arco di sei mesi (è già stata concessa una proroga): altri accertamenti sulle tracce biologiche, su quanto era emerso dalle celle telefoniche e il confronto della fragile traccia di Dna rivenuta sul cordino usato per allacciare i sacchetti in testa con il profilo genetico di Fulvio Colavero, l’amico che aveva dato l'allarme della scomparsa sui social, e di Piergiorgio Visintin, figlio del marito di Liliana. Nella prima fase dell’indagine, allo stesso esame, erano stati sottoposti il marito, l’amico Claudio Sterpin e il vicino di casa Salvatore Nasti.

 

il giallo di trieste
Dna, tracce biologiche e celle telefoniche: così ripartono le indagini sul caso Resinovich
Liliana Resinovich, trovata senza vita lo scorso 5 gennaio

 

 

Tra gli accertamenti prescritti dal gip c’è anche una nuova consulenza medico legale per stabilire la data del decesso, per dare una spiegazione alle lesioni al volto e capire se il corpo sia stato congelato o, perlomeno, se abbia subito un processo di raffreddamento. Tutto questo lasciando al medico legale la possibilità di riesumare il cadavere.

La super perizia

A luglio 2023 emerge il nome della specialista che la Procura di Trieste ha incaricato di redigere la super perizia medico-legale, che servirà a fare chiarezza sulla morte di Liliana Resinovich: si tratta dell’antropologa forense Cristina Cattaneo, una delle massime figure della medicina legale in Italia, a cui in passato è già stato affidato il compito di “leggere” quello che potevano raccontare i corpi di Yara Gambirasio, di David Rossi e Stefano Cucchi, i resti di Elisa Clasps, delle vittime delle “Bestie di Satana” e, da ultimo, quello della povera Saman Abbas, la 18enne pachistana ritrovata senza vita sotterrata in un casolare a Novellara, in Emilia Romagna.

 

I NUOVI ACCERTAMENTI
Caso Resinovich, la super perizia affidata alla luminare Cristina Cattaneo
Liliana Resinovich e il luogo in cui è stato trovato il suo corpo

 

 

Il 21 dicembre scorso il medico legale Cristina Cattaneo invia alla Procura la richiesta di riesumazione del cadavere delle donna, ritenendo opportuno un nuovo esame autoptico sul corpo. A gennaio il sostituto procuratore Maddalena Chergia, titolare del procedimento, "ha disposto con la procedura dell'accertamento tecnico non ripetibile il conferimento, a un collegio di consulenti, dell'incarico di riesumazione della salma di Liliana Resinovich".

 

Il cadavere di Liliana Resinovich verrà riesumato: la nuova svolta delle indagini
Liliana Resinovich

 

Oltre a Cattaneo vengono indicati il medico legale Stefano Tambuzzi, il medico legale Biagio Eugenio Leone e l’entomologo Stefano Vanin.

La bara, sistemata in una cassa di zinco, dopo che sono stati apposti i previsti sigilli, è poi partita alla volta di Milano, all’obitorio dell’Università dove Cattaneo svolge di solito gli esami autoptici. Autopsia che viene eseguita nel mese di febbraio.

L’esito della perizia

Quasi un anno dopo – siamo a inizio dicembre 2024 – emerge la prima indiscrezione sul contenuto della relazione medico-legale, che i consulenti della Procura di Trieste depositeranno entro il 15 dicembre: «Sul corpo di Liliana Resinovich c’è stata l’azione di terzi». Il documento quindi rivelerà che sul corpo della 63enne – sparita da casa il 14 dicembre del 2021 e ritrovata cadavere il 5 gennaio 2022 nel boschetto ai margini dell’ex ospedale psichiatrico – ci sono dei segni, delle lesioni, prodotte da terze persone. Una conclusione che apre a scenari completamente diversi rispetto a quelli svelati dalla prima perizia medico-legale.

 

1) Il decesso è avvenuto il giorno della scomparsa?

La pensionata 63enne è morta lo stesso giorno della sua scomparsa, ovvero il 14 dicembre 2021, o tra le 48-60 ore prima del 5 gennaio 2022, giorno del ritrovamento del corpo, come indicato dai primi consulenti della Procura? È il quesito chiave a cui il nuovo esame autoptico dovrà dare risposta, anche attraverso la riesumazione del cadavere. Un tentativo estremo, visto che sono passati due anni dalla morte, per non lasciare nulla di intentato, che potrebbe essere effettuato attraverso il prelievo del midollo osseo e una valutazione quindi della cellularità.

 

 

 

2) Il cadavere è stato congelato prima di finire tra i rovi?

Per valutare se il corpo sia stato sottoposto a processi di congelamento, tali da poterlo conservare dal 14 dicembre 2021 agli inizi del 2022, verranno effettuati - come suggerito dai medici legali Vittorio Fineschi e Stefano D’Errico, i professionisti ai quali il fratello e la nipote di Liliana hanno affidato la perizia medico legale utile a presentare opposizione alla richiesta di archiviazione fatta dalla Procura - anche degli accertamenti di immunoistochimica, attraverso delle reazioni anticorpali su alcuni prelievi che erano già stati effettuati da Costantinides.

 

3) Come spiegare il sangue al naso e la palpebra tumefatta?

Cristina Cattaneo è chiamata anche a dare una lettura dei segni trovati sul volto di Liliana. La palpebra destra è «apparentemente tumefatta», annotano Fulvio Costantinides e Fabio Cavalli, e vengono individuate tracce ematiche alla narice destra. La lingua presenta una «apprezzabile piccola infiltrazione emorragica muscolare anteriore», e «si nota infiltrazione emorragica a livello di muscolo temporale sinistro e la presenza di piccole petecchie emorragiche». Questi segni sono conseguenze di un decorso fisiologico post mortem o di una possibile colluttazione.

 

4) Quali sono le cause della morte di Liliana?

Liliana è morta per quel sistema di sacchetti sistemati sulla testa? Qualcuno le ha fatto del male? È stata soffocata? Oppure, come ipotizzano i familiari, ha avuto un malore, non è stata soccorsa e poi è stata sistemata in quel modo del parco dell’ex Opp? Cattaneo confermerà le conclusioni di Costantinides e Cavalli? Per i due professionisti nei polmoni «non si rilevano segni macroscopici di soffocamento, in tal caso la sofferenza interstizio-alveolare sarebbe stata molto più evidente», concludendo per una morte asfittica tipo spazio confinato, tecnicamente definita “plastic bag suffocation”.

 

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